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L'Italia batte l'Inghilterra

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"L'Italia batte l'Inghilterra"
da Cinofilia Venatoria
C.A.F.F. Editrice
Dicembre 2005

pag. 66-69

di Erica Recchia
 


Il grosso boom dei retriever se da un lato ha portato a naturalizzare la razza con accoppiamenti non sempre studiati e pianificati con l’obiettivo della selezione zootecnica, dall’altro ha dato un grosso impulso alla razza che potendo contare su tanta richiesta ha dato il via a importazioni e al susseguirsi delle generazioni col risultato che alcuni allevamenti che ben hanno lavorato, oggi possono vantare grandi risultati che, seppur con grande difficoltà, ma vengono riconosciuti anche nella chiusissima madrepatria: l’Inghilterra
 



Sh.Ch. Royal Crest Gold-n Seven-Up At Lorinford
Foto: Anna Colombo


Ad aver mietuto due successi importanti in Inghilterra sono l’allevamento Royal Crest Gold-n di Colorado Fiorentini e Waterfriend di Stefano e Stefania Martinoli.

Eravamo ad un raduno di golden a Sesto al Reghena, nel Veneto, quando nel mezzo di una tavola rotonda sulla razza Colorado si alza ed esce dalla stanza per rispondere al telefono. Quando rientra sta piangendo col sorriso… e, visto gli innumerevoli volti preoccupati che la guardano, racconta che un suo cane, acquistato da un’allevatrice inglese, ha finalmente chiuso il campionato! Ma voglio che sia lei a raccontare l’emozione e il significato di quella conquista, l’ho dunque raggiunta telefonicamente in Danimarca dove sta gareggiando e l’ho pregata di raccontarmi per filo e per segno l’avventura.

"Sh.Ch. Royal Crest Gold-n Seven-Up At Lorinford" è il primo golden retriever diventato campione inglese di bellezza ad avere sangue americano e Royal Crest Gold-n è il primo allevamento italiano di retriever e uno dei pochi allevamenti italiani ad aver allevato un campione di bellezza inglese. Ma la soddisfazione non sta solo nel primato, la vera emozione è il riconoscimento di un buon lavoro allevativo, la ricompensa dopo un grande sforzo, così al momento questo è uno dei più importanti successi che l’allevamento Royal Crest Gold-n abbia raggiunto all’estero.

“La difficoltà nel raggiungere questo titolo è data dal fatto che i retriever sono razze originarie inglesi e che sono numericamente tra le razze più rappresentate nelle esposizioni di campionato dove c’è un solo Cc (l’equivalente anglosassone del nostro Cac) in palio tra tutte le classi. Ciò significa che per vincere il cartellino di accesso al campionato un cane deve anche risultare migliore di quelli in classe campioni.

Per raggiungere il titolo inglese di bellezza servono ben tre Cc e le riserve non contano e posso assicurare che una ennesima riserva di Cc può essere davvero disarmante soprattutto quando sei in cerca di quell’ultimo ambito cartellino!

“Ma è come è cominciato tutto?? Incontrai Monica Everett Monks, una giudice specialista della razza di cui è stimata allevatrice, in Svizzera in occasione di una esposizione internazionale in cui diede il migliore di razza a una mia cagna. Al termine dei giudizi, venne da me e mi chiese che tipo di pedigree avesse quella cagna, come fosse stata “costruita”, facendomi notare che aveva intravisto in lei qualcosa di veramente speciale che aveva catturato il suo interesse. Gli spiegai che il padre era il mio Multi Ch. Royal Crest Usa Direct (campione mondiale giovane, italiano, internazionale e monegasco), figlio del Ch Assoluto, Internazionale, Svizzero e Francese Amirene Intrepid e del mio primo cane, l’americana Multi Ch. Bargello’s Montana Sky. Questo per la parte paterna, perché invece da parte di madre c’era una cagna inglese che avevo importato, divenuta poi Campionessa Italiana Rachenco String of Pearls for Royal Crest. Benché a Monica non fossero familiari le linee di sangue americane, ovviamente conosceva le linee che c’erano dietro alla parte inglese e la cosa la intrigò ancor di più perché si accorgeva che il patrimonio genetico inglese si stava chiudendo troppo e che ci sarebbe stato bisogno di qualche linea di sangue nuova. Così lei mi chiese se avevo pensato di ripetere quella cucciolata perché cercava un nuovo cucciolo maschio per sé. Io fui subito d’accordo e le cose andarono bene perché ci fu una seconda splendida cucciolata in cui scegliere quale potesse essere più promettente rispetto all’altro era difficilissimo.
 



Multi Ch. Royal Crest USA Direct

Dual Ch. Summit Royal Crest Dexas Gold


A quell’epoca i cani potevano essere importanti in Inghilterra solo attraverso lo schema Balai Directive che è il precursore dell’odierno sistema del Pet passport.
Il Balai Directive dava per la prima volta la possibilità agli allevatori di esportare in Inghilterra un cucciolo senza doverlo sottoporre alla tortura della quarantena (sei mesi passati in un canile doganale sono un’esperienza abbastanza terrificante, soprattutto per un cane giovane!) ma controllando semplicemente tramite prelievo di sangue la reazione al vaccino della rabbia, cioè che il cane vaccinato avesse risposto con una giusta quantità di antigeni.
Sono stata la prima ad usare il Balai Directive quando ho mandato un cucciolo a Iris Wright dell’allevamento Alveston e posso dire che l’aver inaugurato il sistema è stata più un’avventura che altro, però quando è stato il momento di portare il cucciolo a Monica per fortuna si trattava di un iter già ben collaudato quindi tutto filò liscio.
Avendo sperimentato la reazione negativa agli incroci tra golden americani e golden inglesi nel Continente volevo essere sicura che Monica fosse preparata al rischio di presentare non solo un cane importato ma anche uno con sangue americano.
 



Royal Crest Gold-n Seven Bar Seven With Lorinford
 Foto: Anna Colombo


Monica si dimostrò sempre convinta della cosa e pronta ad accettare la sfida, così felicissima del suo cucciolo cominciò ben presto a portarlo in giro e a presentarlo in esposizioni e raduni. Ma, nonostante la grande tenacia, Monica alla fine stava per mollare la sfida: ha instancabilmente presentato Royal Crest Gold-n Seven-Up At Lorinford a gran parte delle esposizioni e con fatica, nonostante i grandi consensi raccogliesse quel cane dagli appassionati e dai professionisti a bordo ring, finalmente arrivarono i primi due Cc. Ma da lì in poi la cosa fu ancora più dura perchè nessuno voleva essere il giudice che avrebbe dato il terzo Cc per fare entrare “l’impostore” nell’olimpo dei campioni.

“Monica a quel punto incominciò a cedere sentendo che non c’era ragione , che a nessuno importavano le qualità del cane e che non gli sarebbe mai stato permesso di diventare un campione inglese di bellezza. Ci sono state lunghissime telefonate in cui la supplicavo di andare avanti (ho avuto questo problema dal primo momento in cui ho incominciato ad esporre la capostipite del mio allevamento Ch. It. Int. Bargello’s Montana Sky e poi quando portai in Italia Dual Ch. Summit Royal Crest Dexas Gold) dicendole che se avesse creduto nel suo cane, avrebbe dovuto andare avanti.

E infatti finalmente arrivò il giorno tanto agognato: al Championship Show  Black Pool il 25 giugno un coraggiosissimo giudice ha ammesso di averlo ammirato da che era arrivato in Inghilterra e si è dichiarato onorato di assegnarli il terzo Cc. Per rendere la cosa ancora più perfetta nella stessa manifestazione il figlio del neo titolato Sh.Ch. Royal Crest Gold-n Seven-Up At Lorinford, Akenscales Sutability, vinse la sua classe diventando così Junior warrent (l’equivalente della nostra Giovane promessa Enci).
 



Dual Ch. Int. Ch Royal Crest Gold-n Over the Rainbow
 Foto: Sandro De Matteis



“Sto scrivendo tutto questo dalla Danimarca dove sto facendo un altro tipo di campagna: sto provando a dimostrare che un bel cane può lavorare bene come un cane selezionato esclusivamente per il lavoro. È una battaglia ambiziosa e probabilmente sarà impossibile perché i cani da lavoro sono selezionati esclusivamente per carattere e attitudini e la morfologia non viene tenuta in alcuna considerazione mentre io sono qui con Dual Ch. Int. Ch Royal Crest Gold-n Over the Rainbow che non solo è stato top show golden per quattro anni di seguito ma anche top retriever per tre anni di seguito e due anni fa era il secondo miglior field trial retriever.

“A volte mi chiedo perché mi metto in queste situazioni, mi obbligo a queste sfide, ma la risposta arriva subito: perché credo nel golden retriever come unica razza non divisa in bellezza e lavoro. È un ideale incredibilmente costoso, ma sento di essere stata di esempio circa quello che è possibile fare. Guardando i risultati in Italia quest’anno il miglior top golden è bis-nipote di Multi Ch. Royal Crest Usa Direct, la miglior femmina è figlia di sua sorella, miglior golden di bellezza un figlio di Shogun la cui madre è madre sia di Multi Ch. Royal Crest Usa Direct, sia di Multi Ch. Royal Crest Ballistic Gza-Gza e si potrebbe andare avanti a fare una lunga lista di risultati importanti. Eppure sarebbe più facile per me stare a casa e non essere sempre in giro a seguire field trial ed esposizioni, salverei energia e denaro, ma quello che mi fa continuare ad andare avanti è il fatto che lentamente, ma molto lentamente, Royal Crest Gold-n sta guadagnando rispetto in tutta Europa e anche in Inghilterra è conosciuto come un allevamento che non solo fa cani sani, presupposto importantissimo, ma cani che eccellono sia nei ring di bellezza sia nei field trial.

“Terminerò la mia storia raccontando il miglior complimento che abbai mai ricevuto. La settimana scorsa in Francia uno degli allevatori più rispettati mi ha detto: “potrai non avere il cane più bello d’Europa, potrai non avere il miglior golden da lavoro d’Europa, ma tu hai il golden più completo d’Europa: sano, in standard e con tante qualità naturali”.

“Bene, questo è il mio obiettivo: non voglio un golden americano, non voglio un golden inglese (bisogna ricordare che lo standard consente un sacco di differenti tipi di golden americani così come un sacco di differenti tipi di golden inglesi), sto lottando per un golden internazionale, e so di essere sulla giusta strada, il segreto è non mollare mai, come per un ultimo Cc!”

continua .....
 

 
  
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